4,3 MILIARDI DI SANZIONE UE A GOOGLE PER ANDROID

DI ALBERTO EVANGELISTI

La Commissione europea ha inflitto a Google una sanzione di 4,3 miliardi di euro per abuso di posizione dominante legata al sistema operativo di proprietà, Android.
Oltre alla sanzione, la più alta mai inflitta ad una azienda, sono stati richiesti dei correttivi ai quali Google dovrà attenersi entro 90 giorni per non vedere la sanzione aumentare ancora.
A Google era già inflitta una sanzione da parte della UE lo scorso anno; in quella occasione la multa , pari a 2.4 miliardi, era dovuta all’aver illecitamente favorito il proprio sistema di comparazione prezzi Google Shopping.
Il pugno duro utilizzato dalla Commissione europea si inserisce nel quadro delle azioni intraprese che, al di là del mero valore economico e commerciale, pongono al centro l’importanza della rete nelle relazioni sociali e politiche, intendendo ridimensionare i rischi costituiti dall’esistenza di posizioni di dominio assoluto.
Ciò che viene imputato al colosso high tech è di aver utilizzato Android, sistema operativo largamente utilizzato negli smartphone, per indirizzare l’utilizzo di propri prodotti come Google Chrome, prevedendone ad esempio l’obbligo di installazione, o stipulando accordi commerciali con i produttori di telefoni affinché non utilizzassero versioni di Android derivate dall’originale, dette Android Fork.
Anche da ciò deriverebbe la posizione di assoluta dominanza dei prodotti targati Google che, forti di una quota di mercato Android pari all’80%, costituirebbero di gran lunga la prima scelta degli utenti per navigare in rete.
Google ha già annunciato l’intenzione di fare ricorso. Secondo l’azienda nell’indagine non sarebbe stato valutato correttamente il reale ruolo di Android nel mercato, grazie al quale l’utente avrebbe una maggiore scelta. Non sarebbe stato tenuto neanche adeguatamente conto del ruolo di competitor che nel mercato sarebbe rivestito dai prodotti IOS a marca Apple.
Le preoccupazioni dell’azienda californiana non sono principalmente legate al valore della multa che, pur elevata, non rappresenta un serio problema visto il bilancio della società con un fatturato stimato annuo intorno ai 110 miliardi di dollari, quanto ai correttivi richiesti:
In base alla decisione della Commissione, Google non potrà impedire l’utilizzo di versioni non ufficiali di Android, non potrà richiedere ai produttori di preinstallare sui device le applicazioni Google, come Crome o Google Play, né potrà fare accordi commerciali per rendere Google l’unico motore di ricerca preinstallato.
È presto per capire che conseguenza questo possa avere sui consumatori, ammesso che ne abbia.
Di certo alla impossibilità per Google richiedere ai produttori l’inserimento dei propri prodotti negli smartphone, non corrisponde un divieto per questi di provvedere autonomamente, motivo per cui l’utente potrebbe continuare a trovali nei telefoni e tablet che acquisterà anche in futuro.
Sulla vicenda si è espresso il CEO di Google, Sundar Pichai con una nota in cui, fra l’altro, evidenzia come gli accordi commerciali in essere abbiano, fino ad ora, permesso all’azienda di concedere gratuitamente l’utilizzo di Android ai produttori, cosa che potrebbe non essere scontata in futuro in ragione delle nuove limitazioni imposte. Questo aspetto particolare, qualora dovesse concretizzarsi, potrebbe influire negativamente sui prezzi all’utente dei prodotti.
Non va inoltre scordato che la vicenda si inserisce in un quadro commerciale ed internazionale già complicato a causa della recente guerra commerciale, combattuta a suon di dazi da Stati Uniti, Cina e paesi europei.
La sanzione europea a danno di una delle principali aziende statunitensi potrebbe essere presa a spunto dall’amministrazione Trump per inasprire ulteriormente il livello di scontro con il vecchio continente.