DI ALBERTO EVANGELISTI
E’ morto, dopo una lunga malattia, ad 89 anni Joseph ‘Joe’ Jackson, conosciuto nel mondo dello spettacolo per essere il patriarca di una delle più fruttuose famiglie del mondo musicale. La notizia è stata confermata via Twitter dal nipote, Taj.
Joe Jackson aveva avuto negli ultimi anni diversi problemi di salute, fra i quali due infarti nel 2012 e nel 2015. La morte è avvenuta invece a seguito di un cancro al pancreas.
Padre di 11 figli, Joe è stato certamente un personaggio fondamentale nel rendere alcuni di loro delle vere e proprie star, primo fra tutti Michael. Viene tuttavia considerato un personaggio controverso a causa dei metodi educativi utilizzati, noti per essere particolarmente duri, e per un carattere difficile, tanto da essere salito spesso alla ribalta per le difficoltà che emergevano nel rapporto con i propri figli.
Sin dalla metà degli anni 60 Joe iniziò a lavorare su Jackie, Tito, Jermaine, Marlon e il piccolissimo Michael, all’epoca di appena 6 anni, sottoponendoli ad estenuanti turni di prove e creando, di fatto dal nulla, i Jackson 5, fenomeno musicale in grado di produrre 18 album in studio e tre album live, con dati di vendita veramente importanti.
Già dalle prime esperienze, tuttavia, Joe si era reso conto che il più talentuoso, ed anche il più fragile caratterialmente, fosse Michael, sulla cui carriera da solista iniziò ben presto ad investire le proprie energie.
Se da un lato la scommessa fatta risultò inequivocabilmente vincente, consacrando Michael come una icona assoluta della musica pop mondiale, con record di vendite imbattuti, che per il solo album ‘Thriller’ del 1982 sono stimate dal Post in oltre 110 milioni di copie, dall’altro l’enorme pressione esercitata sul figlio ed i metodi utilizzati, spesso definiti come vera e propria violenza, fisica e mentale, hanno certamente contribuito a provare il già fragile equilibrio emotivo di Michael, tanto da fargli dichiarare in più di una occasione di aspirare ad essere il più differente possibile dalla propria figura paterna.
Il rapporto fra i due rimase apertamente conflittuale fino al 2001 quando, in una famoso discorso rilasciato dall’artista all’Università di Oxford dichiarò: “Ho imparato a vedere la severità di mio padre come una forma d’amore. Mi ha spinto perché mi amava”, lasciando di fatto che il perdono prendesse il posto della rabbia covata per anni.
Nonostante ciò, dopo la morte di Michael, Joe fu estromesso dall’eredità del figlio, stimata in circa 500 milioni di dollari al netto dei debiti.
Joe ha avuto un ruolo attivo anche nella promozione dell’altra figlia, Janet, dopo Michael la più prolifica della famiglia, artisticamente parlando, con oltre 200 milioni di copie vendute in tutto il mondo.
Con il patriarca della famiglia Jackson se ne va, nel bene (artistico) e nel male (umano), uno dei personaggi che hanno influito maggiormente nella storia della musica pop, costruendo di fatto alcuni degli artisti più influenti e di successo di sempre.