Dopo Renzi e Berlusconi anche D’Alema ha pensato bene di far risentire la propria voce. Lo ha fatto con una intervista al Corriere della Sera in cui sembra Moretti ; del resto che gusto c’è a distruggere se poi non si può ballare un po’ sulle ceneri.
L’aspetto interessante è che “il migliore”, così veniva un tempo chiamato, ha in sostanza incentrato la propria intervista su un punto: con questa classe dirigente (ossia con Renzi), non vinceremo mai. La cosa simpatica è che è la stessa frase, uguale uguale, fu pronunciata da Nanni Moretti quel lontano (ma non troppo) 2 febbraio 2002 sul palco della manifestazione di Piazza Navona, proprio di fronte ad una sbigottita dirigenza dell’Ulivo e da quella frase presero in pratica vita i “girotondini” che vedevano proprio in Nanni Moretti uno dei propri fautori principali.
Ora, anche se è passato qualche anno, non è difficile ricordarsi chi impersonasse la dirigenza chiamata in causa, per colpa della quale il centro-sinistra non avrebbe mai rivinto. A memoria pochi anni prima il buon Massimo era stato presidente del consiglio per due governi consecutivi (in totale dal 1998 al 2000) dopo che nel 1998 era stato silurato il primo governo Prodi (in pratica se c’è un governo di centro sinistra immancabilmente viene silurato e poi spunta D’Alema – tesi-antitesi-sintesi). Certo, lui su quel palco non c’era e certamente i due soggetti che Nanni Moretti attacco platealmente furono Rutelli e Fassino; ma di certo è difficile escludere D’Alema dal quadro di quella dirigenza che, per anni, ha condannato le coalizioni di centro sinistra alla sconfitta, per quanto la indiscutibile bravura nel far combattere ad altri le proprie battaglie gli vada riconosciuta..
Ad ogni modo questa è ancora comicità sottile, il punto veramente esilarante viene dopo. L’intervista infatti prosegue con alcune considerazioni sul caso “Monte dei Paschi”: D’Alema si augura che la commissione d’inchiesta faccia piena luce e, quando l’intervistatore gli fa presente che, in fondo, Monte dei Paschi era roba loro, la risposta è una secca smentita: durante il periodo in cui era Presidente del consiglio D’Alema non voleva la “banca di sinistra” e si è fortemente battuto per eliminare i rapporti fra partito e Fondazione.
Quindi ricapitolando: D’Alema non ha nulla a che fare con la dirigenza dell’Ulivo che tanti disastri ha portato e contro cui Moretti tuonò da Piazza Navona; D’Alema non ha nemmeno nulla a che fare con banche in generale e Monte dei Paschi in particolare, aspetti che ha seguito esclusivamente in maniera formale e per dovere d’ufficio nei giorni in cui era Presidente del Consiglio. In compenso adesso ha una ricetta chiara su cosa serva e soprattutto su cosa non serva al PD per non subire una tremenda sconfitta elettorale.
La cosa mi tranquillizza molto in effetti, così come sono certo tranquillizzi profondamente quel che rimane del popolo PD. L’unico problema che ci vedo è che queste abilità sono in fondo sprecate per la politica italiana. Così a naso, se queste parole dovessero arrivare alla HBO un posto come sceneggiatore di House of Cadrs sarebbe assicurato (nel dubbio un link per mandare il CV).
“Si sa che la gente dà buoni consigli
sentendosi come Gesù nel tempio,
si sa che la gente dà buoni consigli
se non può più dare cattivo esempio”
Leave a Reply