DI ALBERTO EVANGELISTI
Assia Montanino, 26 anni, da Pomigliano D’Arco è salita, suo malgrado, agli onori della cronaca dopo essere stata nominata dal Ministro Di Maio sua segretaria particolare al MISE.
Molti hanno scritto per denunciare la cosa, chiedendosi, non senza fare allusioni, quale fosse la dote particolare per la quale la giovane potesse essere qualificata per l’incarico, per il quale si apprende dovrebbe ricevere una retribuzione di poco più di 70.000 € annui.
Il Ministro difende la propria scelta, ricordando come la Montaino sia figlia di vittima dell’usura e che a suo avviso sia persona degna della massima fiducia.
Personalmente trovo tutta questa polemica veramente di basso profilo: sbaglia Di Maio a voler giustificare la propria scelta sul piano curricolare. Non è il fatto di essere figlia di chicchessia che giustifica la scelta. La segretaria particolare è decisamente una nomina di fiducia e che la prescelta, avente i requisiti minimi formalmente previsti dalla legge, goda della stima del Ministro basta ed avanza per rendere tale scelta legittima. Anche perché, se così non fosse, non sarebbero certamente le qualifiche richiamate a rendere la Montanino più degna di migliaia di altri potenziali candidati.
È sbagliato attaccare l’esecutivo su un aspetto in cui, in tutta onestà, è lecito e doveroso che la scelta abbia una forte connotazione discrezionale: siamo onesti, chiunque nello svolgere un compito così delicato vorrebbe farsi assistere da persone di fiducia. È quello che in altri paesi chiamerebbero spoils system e che, anche se non espressamente previsto, viene per molte posizioni utilizzato anche in Italia. Nulla di sconvolgente.
Ok, ma sono 70.000 euro annui di soldi pubblici. È lo stipendio che viene guadagnato in quel ruolo, chiunque lo ricopre e di qualsiasi colore sia il Governo ed è all’incirca quanto prende un qualsiasi dirigente pubblico ivi compreso il Dirigente amministrativo del Comune tipo con 10.000 abitanti.
Ma la cosa francamente più bassa in questa storia è il continuo buttare in mezzo allusioni legate al fatto che la neo assunta segretaria sia donna, giovane e di bella presenza: vuoi offendere una donna? Fai allusioni a scambi di natura sessuale ed il gioco è fatto…” chissà in cosa sarà brava…”
No, non sono minimamente d’accordo a fare questo gioco che trovo stupido e sessista. Il Ministro ha scelto la propria segretaria perché la ritiene degna della propria fiducia? Ha fatto bene.
Ma, perché c’è un ma grande come una casa in questa storia, tutto questo clamore, tutta questa acredine non sono altro che la diretta conseguenza di un gioco al massacro che proprio i 5 Stelle hanno iniziato e in cui per molto tempo sono stati i più bravi di tutti.
Il meccanismo della scelta per fiducia di certi incarichi non è lecito solamente quando viene effettuato da Di Maio e diventa “far lavorare gli amici” se fatto da altri.
Le allusioni di bassa lega verso una donna devono essere e sono irricevibili non solo se ci si chiama Assia Montanino, ma anche, per fare nomi a caso, Maria Elena Boschi (di cui si andavano a spulciare le foto in costume per valutarne lo stato di forma) o Mariangela Madia (colpevole di aver mangiato un gelato). Va da sé che Boschi e Madia, con ruoli politici di primo piano, possano invece essere soggette a critiche e giudizi di natura politica per il lavoro svolto.
Quando si fonda un movimento sul Vaffa, quando ogni occasione è buona per definire gli altri idioti o servi, quando insomma il dibattito politico non ha più nulla di politico e si limita ad essere una vagonata di letame lanciato nel ventilatore, può poi capitare che quel ventilatore giri e si finisca per ricevere la propria dose di sostanza organica.
Sarebbe bello auspicarsi che da questa storia, un po’ paradossale, venga quantomeno tratta una lezione per il futuro: i politici dovrebbero concentrarsi nel dare risposte concrete ai problemi, senza perdere tempo ed energie ad avvelenare pozzi da cui, prima o poi, potrebbero essere costretti a bere, sperando che non sia troppo tardi (Umbrella Corporation docet).