
Come sempre, ciclicamente, prima di una elezione, o subito dopo per commentarne i risultati, anche questa volta l’argomento legge elettorale è tornato di gran carriera nei profili social e, più pomposamente, nei commenti degli addetti ai lavori.
Si, si, lo so. Parlare di legge elettorale è divertente quanto vedere le foto delle vacanze di vostra zia, ma un piccolo sforzo si può fare. Giuro, meno di 800 parole.
Le difficoltà a formare un Governo sono tutta colpa della legge elettorale? e la cosa è stata voluta da chi questa legge l’ha proposta?
Ancora: sarà o meno la prossima legislatura breve e al solo scopo di fare l’ennesima lege elettorale? e che legge elettorale verrà fuori?
Intanto, diamo per scontato che quando si parla di legge elettorale siano note le basi: sistema proporzionale, maggioritario, misto, premio di maggioranza, sbarramento e come scegliere una soluzione piuttosto che l’altra incidano sulla natura della legge stessa. In caso contrario puoi dare un’occhiata qui.
Veniamo a noi: il fatto che sia tanto difficile arrivare ad una maggioranza in grado di sostenere un governo è forse colpa di questa legge elettorale? Di fatto no. Il motivo è semplice: non esiste legge elettorale (costituzionale) che sia in grado di annullare il dato elettorale, ossia che nessuno ha , ad oggi,una maggioranza. Se non ti fidi puoi leggere questo interessante articolo pubblicato su You Trend che chiarifica il punto simulando i risultati, in termini di seggi, a parità di voti, con differenti sistemi elettorali.
Quindi no, mi spiace, questa storia che per colpa di una legge elettorale ingiusta viene sovvertito il volere popolare è una fesseria.
Da ciò, in successione causa effetto, deriva anche una uguae risposta alla seconda questione: nessun complotto finalizzato ad impedire il governo del popolo voluto dal popolo che tanto sarebbe piaciuto al Peppone di Guarechiana memoria.
Non che adori questa legge elettorale ma, fra i difetti che gli si possono imputare, non c’è certo la poca rappresentatività. E’ anzi un sistema misto che, a quanto è emerso chiaramente dalle elezioni, ha mostrato semmai forti limiti nella parte maggioritaria dei collegi uninominali.
Perché? Bhe, basta guardare i risultati per rendersi conto che il voto proporzionale ha trainato quello dei candidati uninominali e non il contrario (ci sono diversi esempi: la Pinotti che annaffia il collegio con commesse ai cantieri navali e, ciò nonostante, perde; candidati sfiduciati dal proprio partito eppure vincenti e si potrebbe andare avanti)
Questo squilibrio l’hanno di fatto pagato i candidati che, proprio in ragione della loro forte presenza sui territori, messi a correre nei collegi, sono stati travolti dall’andamento nazionale.
Quindi, come sarà la prossima legge elettorale? Tutti oggi promettono di modificare quella attuale e, visto lo scopo di migliorare la “governabilità”, probabilmente sarà fatto in senso maggioritario e con premio di maggioranza.
Le dichiarazioni delle due formazioni politiche uscite vincitrici dalle elezioni, M5S e Lega, sembrano però suggerire la possibilità di ritornare al voto subito dop aver cambiato l legge elettorale (io sono certo di averli sentiti anche dire che modificare la legge elettorale prima del voto è una bieca manovra per tentare di fare una legge pro domo propria, ma si vede che è una contestazione che vale solo quando la legge la votano gli altri).
L’ italicum, proposto a suo tempo dal PD era stato ideato proprio con queste caratteristiche, salvo il fatto che la Consultà ne abbia censurata l’incostituzionalità parziale sulla formazione del premio di maggioranza derivante dal ballottaggio.
Del resto, ancor prima che giuridicamente, l’italicum era stato bocciato politicamente da tutti i partiti che, allora si stracciarono le vesti conro una presunta deriva autoritaria, salvo poi stracciarsi oggi le ulteriori vesti a causa dell’ingovernabilità.
In effetti il M5S ha nella scorsa legislatura presentato un disegno di legge elettorale (che potete trovare qui) . Pccato però che questa proposta sia una legge a sistema proporzionale, con correzioni sul sistema spagnolo.
Ora, senza addentrarci nei dettagli, basti ricordare che in Spagna recentemente hanno dovuto votare due volte in pochi mesi perché il risultato non consentiva la formazione di un governo. Direi, non esattamente una legge che oggi risolverebbe la situazione di stallo esistente.
A questo punto mi chiedo, il Movimento, alla tanto desiderata e agognata prova di Governo, mantà ferme le proprie idee o la tentazione di vincere la partita a rubamazzo li convincerà a non considerare poi piu tanto autoritari certi meccanismi elettorali?
La differenza fra proporre e governare, in fondo, sta tutta qui.
Ai posteri l’ardua sentenza.
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