ROLLING STONE LANCIA L’ HASHTAG CONTRO SALVINI

DI ALBERTO EVANGELISTI

Rolling Stone Italia, una delle più note riviste di musica del panorama editoriale, ha deciso di uscire con gesto dirompente: una copertina con i colori della pace e la scritta “Noi non stiamo con Salvini. Da oggi chi tace è complice”.

All’interno un editoriale spiega che la rivista ha deciso di prendere una chiara posizione sulla attuale situazione politica italiana, riassunta per l’occasione con le posizioni tenute dal Ministro dell’Interno in materia di immigrazione e, più in generale, sul clima di rabbia ed odio che sembra aver pervaso l’opinione pubblica italiana.

Si legge nell’editoriale che “Rolling Stone, sin dalla sua fondazione, significa impegno nella vita politica e sociale, lotta al fianco degli ultimi e coraggio nel dire da che parte si sta”.

E’ probabilmente questo l’aspetto che riveste un rilievo maggiore nell’iniziativa presa dal periodico: non una semplice presa di posizione, ma la richiesta espressa a numerosi artisti, cantanti e giornalisti di aderire esplicitamente a tale presa di posizione, suggerendo che, vista la gravità della situazione, non ci si possa più trincerare dietro ad un comodo silenzio su ciò che sta accadendo.

All’appello hanno aderito numerosi personaggi pubblici, i cui nomi sono elencati dalla rivista. Si va da Daria Bignardi a Vasco Rossi, dallo Chef Rubio a Carolina Crescentini, per un parterre trasversale che attraversa diversi settori dello spettacolo e dell’informazione.

Fra i nomi inseriti anche quello di Errico Mentana, direttore del TG di La7, che ha tuttavia immediatamente smentito di aver mai dato il proprio consenso all’iniziativa, fornendone peraltro inizialmente prova pubblicando (e poi rimuovendo) lo scambio di messaggi con il direttore di Rolling Stone, Massimo Coppola. Dopo la precisazione effettuata da Mentana, anche Alessandro Robecchi e Valentina Petrini hanno smentito di aver apertamente aderito all’iniziativa, pur non contestando il merito del messaggio lanciato.

Mentanagate a parte, il gesto ha suscitato, come prevedibile, numerosissime reazioni: da un lato i molti che hanno condiviso l’appello, sostenendo l’hashtag #ChiTaceEComplice e rilanciando il link della copertina. Dall’altro i sostenitori di Salvini che accusano la rivista di una indebita intromissione politica.

Fra le reazioni ufficiali, non si è fatta attendere quella del diretto interessato: secondo il Ministro Salvini, i sostenitori dell’appello sono semplicemente “Multimilionari radical chic” che dovrebbero aprire “le loro mega-ville per accogliere i migranti”.

Di opinione opposta il Partito Democratico che, dai propri canali social, plaude all’iniziativa di Rolling Stone.

Critiche all’iniziativa anche da Selvaggia Lucarelli che, reduce da una esperienza non esattamente felice proprio alla conduzione di Rolling Stone Italia, non ha lesinato critiche social all’iniziativa e, pù in generale, all’ambiente di lavoro della rivista.

Di certo, se l’intento di Massimo Coppola era quello di entrare a gamba tesa nel dibattito politico, la sua iniziativa è quanto di più riuscito. Non tanto e non solo per aver dichiarato la propria lontananza da Salvini, quanto per il tentativo di spingere quella che, spera, essere una maggioranza silenziosa a manifestarsi, premendo fortemente sul dovere morale di dissociarsi dall’utilizzo indiscriminato dell’odio come normale messaggio politico, seguendo in ciò la famosa massima di Edmund Burke “Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all’azione”.

Difficile dire se la scelta pagherà in termini politici e se riuscirà ad avere un effetto catalizzante su quelle opposizioni, intese tanto come partiti quanto come elettorati, che ancora sembrano frastornate dal risultato elettorale e che tutto sembrano tranne che prossime a riorganizzarsi.

Di certo però Rolling Stone oggi ha fatto parlare di se e sotto questo punto di vista la scelta editoriale appare tutt’altro che sbagliata.