Se devi dare l’esame da avvocato, dovresti leggere queste righe

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Se devi dare l’esame da avvocato, dovresti leggere queste righe in cui cercherò di condividere con te alcuni consigli utili per prepararti al meglio.

Se hai aperto questa pagina sei in una condizione in cui io e molti altri prima di te ci siamo già trovati, credimi so come ti senti e so quanto possa essere incredibilmente stressante la cosa.

L’esame da avvocato è senza dubbio una delle prove più estenuanti a cui ci si può sottoporre: chiunque ci sia passato sa di cosa parlo e tutti quelli che si stanno avvicinando all’evento lo attendono con ansia.

Vorrei condividere qui alcuni consigli utili, maturati sia grazie all’esperienza personale che al confronto con molti colleghi e amici che hanno partecipato, in modo da permettervi di affrontare al meglio la prova.

In fondo, se stai leggendo, o non lo hai mai dato e hai impellente bisogno di capire di cosa si tratta, o lo hai già dato e non è andata come speravi, motivo per cui, forse, devi modificare qualcosa nella preparazione all’evento.

Fase 1: Preparazione allo scritto.

Tralascio se e quanto sia importante partecipare ad uno dei famosi (e costosissimi) corsi di preparazione. Personalmente ho dovuto frequentarne uno perché reso obbligatorio dall’Ordine presso cui svolgevo la pratica, da cui comunque ho ricevuto alcuni spunti interessanti che mi sono poi tornati utili in durante le prove.

Ciò che invece mi preme evidenziare è un’altra cosa: è molto più importante preparare bene come scrivere un parere o un atto che studiare a fondo le nozioni di diritto e giurisprudenza.

Ho conosciuto persone che per prepararsi allo scritto hanno passato mesi sui manuali di Civile e Penale per cercare di essere preparati su ogni singolo istituto, senza peraltro trovare da ciò un gran giovamento, per almeno 2 motivi:

  1. L’esame da avvocato è una maratone snervante; la preparazione allo scritto è solo la prima tappa, peraltro non la più dura. Le energie spese inutilmente prima rischiano di essere energie mancanti dopo.
  2. Lo sforzo che richiede conoscere bene tutti gli istituti da un vantaggio nullo rispetto a quello estremamente più ridotto che attribuisce l’imparare ad usare bene il Codice commentato, all’interno del quale sono perfettamente descritti dalle varie sentenze tutti gli istituti di cui avrai bisogno (cosa che vedremo meglio nella fase “fare lo scritto”.

Quindi, come prepararsi al meglio per lo scritto? 3 consigli:

1 Scrivete molto, soprattutto pareri che difficilmente siamo abituati a scrivere nella normale attività di pratica forense.

Nel fare ciò individuate un vostro schema fisso per la redazione del parere, in modo che, prescindendo dal tema, abbiate già una ossatura fissa che vi agevola. Può sembrare una cavolata ma, credetemi, al momento dell’esame la testa va un po per i fatti propri, meno cose dovrete improvvisare e meglio sarà. Predisponete anche una frase di avvio “neutra”, abbastanza standardizzata da poter essere usata in ogni circostanza: non lo direste mai, ma il blocco da foglio bianco esiste veramente! Le prove che fate, fatele scrivendo a mano, usando i codici che userete all’esame ed il dizionario di italiano: la verità è che non siamo più abituati a scrivere testi lunghi a mano, ne a farlo senza correttori automatici ed è brutto scoprire la cosa la mattina dello scritto (potrete scrivere il miglior trattato di legge possibile, ma se la calligrafia fa schifo o se ci sono errori di ortografia o grammatica vi segheranno sempre!).

Ciò che scrivi fallo correggere a qualcuno, magari al dominus o a qualche collega di cui ti fidi: è sempre difficile dare giudizi obiettivi su ciò che scriviamo. Alla peggio fallo leggere a qualcuno, anche non competente in ambito di diritto, per farne valutare la chiarezza ortografica e la correttezza grammaticale (è una delle cose fondamentali!).

Fate anche simulazioni nei tempi previsti dalla prova: il giorno della prova il rendimento, a causa dello stress, dell’emozione o della stanchezza, è al massimo un 80% di quella possibile (anche meno). Più ti prepari,menò dovrai improvvisare al momento e minore sarà questo spread.

2 Più che studiare gli istituti di diritto, imparate ad usare il vostro codice e prendeteci una confidenza estrema.

Che ci crediate o no, avere il codice commentato è come avere un manuale, basta saperlo usare: quando mi preparavo per lo scritto, fra i colleghi il tema principale era su quale codice sarebbe stato più facile trovare “LA sentenza”. E’ l’ultimo dei vostri problemi! la famigerata sentenza viene sempre fuori, e alla fine non è essenziale per superare la prova. L’utilità del codice è un’altra. Ovviamente ogni parere è incentrato su un singolo istituto, mediamente circoscritto ad un singolo articolo di codice. Perfetto. Iniziando a leggere tutte le sentenze annotate e relative all’articolo e ampliando la lettura agli articoli limitrofi e collegati, troverete tutte le descrizioni di tutti gli istituti che vi servono, scritte spesso dalla Cassazione (quindi, si spera scritte molto bene), che potrete riutilizzare come più vi piace. Ve lo giuro, c’è scritto tutto! Io ho dato lo scritto nel 2009 e ho dovuto dare il cautelare anche nel 2010. Dovendo dare l’orale a febbraio, per il cautelare non mi è passata neanche per l’anticamera del cervello l’idea di studiare per lo scritto. Arrivato li è uscita una traccia di civile su un istituto mai sentito in vita mia (mi pare avesse a che fare con una concessionaria di auto). Fatto (ed è stato il voto più alto) semplicemente studiando al momento dal codice.

3 L’atto ha insidie da valutare bene prima

Se fate una pratica reale di certo una cosa che non vi manca è l’esperienza nel fare gli atti. Ci sono però cose da valutare onde evitare di trovarsi spiazzati all’esame. Intanto, scrivere un atto al PC, mediamente riscrivendo su un precedente, è ben diverso dallo scrivere a mano su un foglio bianco: tutta una serie di formule più o meno costanti non siamo abituati a scriverle (pare brutto ma la realtà, lo sappiamo, è questa), formule di stile, conclusioni, mandato…tutte cose che dobbiamo abituarci a scrivere a mano.

Aggiungo che, personalmente, io non andrei mai all’esame senza avere un minimo di confidenza su almeno due materie per l’atto: l’idea “io tanto farò l’atto di civile” e non avere idea di come si scriva un appello è un rischio. Ci possono essere mille motivi per cui l’atto che esce vi risulta difficile ed è sempre meglio non lasciarsi una opzione unica.

per la fase 2 (consigli per affrontare l’esame scritto) clicca qui

per la fase 3 (consigli su come affrontare l’orale) clicca qui

 

 

 

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